La vita interiore è un eterno conflitto che impone un costante esercizio di equilibrio per bilanciare pulsioni, regole del vivere sociale e il rischio di sanzioni punitive.
Eugenia è pigra, apatica, non riesce a conservare un lavoro. La sua identità dispersa si trascina nella vita come un naufrago e chi la conosce parla di lei con un senso di rassegnazione e sconfitta. Queste voci suonano alle sue orecchie come una sentenza ma costituiscono anche una scusa per non cambiare.
La sua rivalsa nei confronti del mondo, verso cui si sente perennemente in credito, nasce dal colloquio con uno specchio impietoso e dall’impulso di punire chi le porge una mano, perché colpevole del peggiore di tutti i reati: la vanità.
Nena Etturi è dirigente d’azienda e lavora come libera professionista nel settore amministrativo e finanziario. Nel suo tempo libero coltiva l’amore per la lettura, la scrittura e la poesia.
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